lunedì 21 aprile 2014

Viva la gita fuori porta



Dal primo canto de “Le orde barbariche” :

“.. al ritorno verso la magione, con la mia carrozza rossa, mi soffermo nel verde dell’area naturale protetta e l’inquietudine mi assale.
Legioni di barbari hanno parcheggiato i loro mezzi selvaggiamente, doppie e terze file si sprecano, aiuole, marciapiedi, rosai, prati in fiore seppelliti da lamiere ferrose (e pure un po’ arrugginite) sputacchianti gas di scarico.
Il laghetto chiede pietà, gli uccelli migratori decidono una partenza anticipata e il ruscello è intoppato dalle carte unte della pizza del bimbino (obeso) e dai pezzi di frittata del panino del babbo. L’orgoglioso genitore, ovviamente, siede sul ciglio del fiumiciattolo con i piedi in acqua, sfoggiando la panza imbavagliata dalla canottiera bianca anni ’70.

 I più grandi di tutti però sono :

1) coloro che montano (in due o tre ore) la mitica amaca, legandola da pianta a pianta, e quando ci si siedono toccano per terra..
2) chi si porta il cocomero intero (del peso di 8 kg) per mangiare un po’ di frutta fresca dopo pranzo..
3) i geni che mettono nell’acqua corrente del ruscelletto le bottiglie di birra a freddare, perdendone il 50% a causa dell’imprevista corrente..
4) coloro che partono per l’esplorazione del posto (abituati ad un tragitto medio di 6 metri giornalieri, dalla cucina al soggiorno) e dopo 10 minuti tornano esausti perché c’era troppa salita..
5) chi spruzza l’insetticida sulla tovaglia per allontanare le formiche che si avventano sui panini..
6) i giovinotti che si mettono a torace nudo e le signorine che si stendono in bikini sul prato accorgendosi solo il giorno dopo delle 4-5 zecche che si sono attaccate per succhiare il loro sangue..
7) i grandissimi che mettono il sacchetto della spazzatura sul ramo dell’albero e a fine giornata lo “dimenticano”..
8) quelli che, muniti di paletta, prendono la terra buona per i vasi in terrazzo e, visto che ci sono, anche qualche bella piantina..
9) chi lascia i loro cagnolini seminare bombe da ogni parte perché “tanto siamo all’aria aperta, in mezzo alla natura”..

Non contento degli sfregi osservati sprono i cavalli verso la pineta, sul lungomare e qui il pianto..
L’assedio dei tavolini da pic-nic è clamoroso, quelli che si aprono automaticamente, con tanto di mini sedie, già pronte per ospitare onorevoli e pesanti glutei.
Le biciclette sfrecciano che è un piacere, palloni, racchettoni, bocce e pigne rotolano alla grande, i bambini piangono e le mamme dalle guance rosee strillicchiano e si arrabbiano quanto basta.
Gli scoiattoli, clamorosamente tornati in questa oasi verde marina, vengono osservati allontanarsi in fila indiana, con un piccolo bagaglio e scuotendo la testa tristemente.

Ormai certo di trovarmi in un sogno mi allontano verso il Sole, sicuro di un lieto risveglio.. “




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