domenica 31 gennaio 2016

Il Collegio dei docenti

Ricordate: il “Collegio dei docenti” non si augura..

Venerdì mattino, terminata la quarta ora, scendi le scale del primo piano con aria trionfante diretto in aula docenti, con quel sorrisetto appena accennato che si traduce “ho finito le lezioni ed ho il sabato libero, buon weekend a tutti”.
Incontri qualche tuo collega facendo finta di ascoltare ciò che ti dicono riguardante rientri, disposizioni, orari e delibere ed intanto la tua mente è già proiettata sul divano del soggiorno, con la TV accesa, i popcorn e la birra pronti e la partita che sta per cominciare.

Ti soffermi scioccamente in questa stanza, non ricordando i pericoli che essa sempre nasconde e che possono manifestarsi quando meno te l’aspetti.
Un rumore sordo annuncia l’arrivo dei tacchi della vice-preside e con loro tutto il resto: tu sei proprio lì davanti e non fai in tempo a tentare una fuga dalla finestra o almeno un nascondiglio dietro la macchinetta del caffè che lei gentilmente ti chiede di fare una supplenza.

«Chi ha l’ora a disposizione? Lei Professore?»  gracidando e guardandoti fisso come una civetta insonne.

«Ho terminato ora il mio orario, stavo andando»  rispondi ingenuamente.

(e qui commetti un grande errore, infatti il “Manuale dell’insegnante modello” consiglia a queste domande di rispondere sempre aggiungendo una motivazione forte, come quella di un appuntamento dal dentista, all’ospedale per il genitore malato o dover accompagnare il figlio a qualche recita)

«Mi faccia un piacere Professore, questa supplenza in 4°P, per non lasciare la classe scoperta»  insiste lei sicura che avresti capitolato.

Felice come quando al mare ti si è infilata una medusa nel costume ripercorri le malefiche scale, per riscendere dopo una bella oretta trascorsa in compagnia di simpaticissimi alunni.
Stavolta rientri in sala insegnanti con uno scatto alla Usain Bolt, soltanto per prendere il giubbetto, ma il tuo sguardo cade sul magico libro delle comunicazioni e leggi “Convocazione straordinaria Collegio dei docenti” venerdì 29 gennaio, dalle 14 alle 18.

Vorresti urlare il tuo disappunto dentro un contenitore stagno, alla Fantozzi, per poi liberarlo sulle cime dei Monti Sibillini, ma rischieresti un crollo colposo, così desisti e mestamente ti avvii verso la magione.

Sono le 13,55 e tu arrivi trafelato, non hai fatto in tempo nemmeno a mangiare la mela cotta e noti con piacere che l’aula magna nemmeno è aperta.
Verso le 14,10 arriva l’addetto che con grande calma spalanca le porte di ingresso e pian pianino arriva il grosso degli insegnanti.
Dentro l’umidità è paragonabile a quella presente all’interno delle grotte di Frasassi e il freddo è tale da non permetterti di togliere il piumino, il riscaldamento infatti è possibile solo durante le lezioni mattutine.

Già intristito ed afflitto come dopo l’incontro con un Dissennatore o con Mr. Simpatia, cerchi ovviamente un posto nelle ultime file, che sono già in via di riempimento.
Al Collegio dei docenti le prime file rimangono spesso semivuote, mentre in fondo si riversa la massa, suggerendo velatamente un interesse non massimo nei confronti di questi incontri pomeridiani.
All’arrivo del Dirigente scolastico  (non si dice più Preside !! “Il difficilesedocet)  è uno strabordare di giornali, telefonini, riviste varie, WhatsApp e messaggini, che vengono lentamente riposti per riprendere ordine in aula.

Ogni Collegio che si rispetti inizia con la ricerca del volontario per il verbale e qui la tragedia: il Preside  (io ovviamente continuo a chiamarlo così)  chiede al microfono se c’è qualcuno che si offra  sua sponte..  il vuoto, il silenzio assoluto.
Nessuno fiata, si fa finta di cercare qualcosa in borsa, si guarda di qua e di là, ci si nasconde alla vista e si va avanti così finchè qualcuno non commette un errore ed incrocia gli occhi infuocati del Preside, che lo chiama gentilmente al banco per quelle 4 orette si scrittura.

Il secondo passo è la lettura del verbale della seduta precedente: circa mezz’ora di una voce metallica monocorde che ti ronza nelle orecchie recitando l’inutilità, il nulla assoluto.

«Letto il verbale passiamo al primo dei 15 punti da esaminare»  parole che fanno sobbalzare metà della platea che si era intorpidita, appesantita dal processo digestivo in corso.

«Ora passiamo al comitato di auto-valutazione, ai bilanci delle competenze ed alle funzioni strumentali»  ti giri verso i colleghi più cari e leggi l’oblio nei loro occhi, sguardi persi nel vuoto cosmico e ti chiedi di che cosa stia parlando quel signore con il microfono e soprattutto se stia parlando in italiano.

E così in un oceano di parole, discorsi, commenti, interruzioni e votazioni passano le ore e tu ti chiedi semplicemente.. perché.

«Siamo arrivati ai due giorni di vacanza da inserire nel calendario scolastico, che date sceglie il Collegio?» 

.. e qui il tripudio:  giornali che si chiudono, telefonini che vengono gettati in borsa, liste della spesa bruscamente interrotte, visi che si rianimano, la platea si infervora come non succede nemmeno al bar dello sport durante la finale di coppa del mondo di calcio.
Si litiga un quartarello tra due gruppi, chi vuole accorpare al 25 aprile e chi gradisce i giorni di Carnevale, alla fine al grido “basta che non se vene a scuola” ci si mette tutti d’accordo.

Verso le 18,15 noti i primi segni di cedimento fra i tuoi colleghi, il livello di ossigeno nella sala è clamorosamente calato mentre il freddo e l’umidità ormai hanno cementato le articolazioni, facendoti provare strane sensazioni.
Ti colpiscono le prime allucinazioni : vedi davanti a te una campanella gigante animata che suona la fine della scuola e strilla “viva le vacanze !! “ e poi arriva il Preside in costume e ciabatte che ti dice  «Professore venga in acqua, dobbiamo fare il bagno prima del Consiglio di Istituto.. »

Alle 18,35 ti risvegli da tutti gli incubi ed ascolti l’agognata frase di chiusura: «Il Collegio è terminato, potete andare»

In 6 secondi netti sono tutti in piedi, guanti, sciarpe e giubbetti già indossati, in una mano la borsa e nell’altra il telefonino, la felicità sembra tornare nei nostri cuori, le porte si stanno per aprire per “riveder le stelle” .. quando una manina riprende a tradimento il microfono dicendo :


«Un’ultima cosa, mi ero dimenticato, sabato e domenica c’è “Scuola aperta” per i ragazzi delle medie, lascio qui sopra il foglio con il nome dei docenti che sono vivamente consigliati ed essere presenti»





venerdì 1 gennaio 2016

L'ottimismo vola !!

Volevo augurarVi un nuovo anno ricco di soddisfazioni..
pieno di emozioni e di grandi momenti..
ma poi ho capito che non posso sempre prenderVi in giro.
BUON ANNO !!