martedì 24 dicembre 2013

Buon Natale

Ho già parlato dell’ultimo dell’anno, ma anche il giorno di Natale merita di essere affrontato.
Vi scrivo (quasi) in diretta, con gli invasori ancora in soggiorno a slacciarsi la cintura e mettersi comodi sul divano.
Trattasi di: CENA DI VIGILIA e/o PRANZO DI NATALE con PARENTI.

Della quindicina di persone che si aggirano in casa la metà sono IGNOTI, cugini di secondo grado, fidanzati/e della nipote della zia e due o tre passanti, che si sono imboscati tra un finto sorriso e una pacca sulle spalle.
Ma perché esistono ancora questi riti tribali??
Queste ammucchiate insensate, odiose per tutti, ma che tutti perpetuano..
Ci si vede una volta l’anno e non si sa bene cosa dire, il discorsetto sul tempo e sulla crisi è un classico (della tristezza), la “gaffe” clamorosa è sempre dietro l’angolo e così inizia “la sagra de lo finto”:
-          finti baci
-          finti abbracci
-          finti apprezzamenti, commenti e complimenti

Se poi c’è anche qualche regalino da scartare è il massimo!
Sono tutti contenti, tutti ringraziano e sorridono a 54 denti ma.. appena tornano a casa buttano nel cestino la camicia di due taglie più grande, parcheggiano in sgabuzzino i sali da bagno profumati, pronti al riciclo, e gettano nel camino la cravatta a strisce e pallini.

Parlando di finto non possiamo escludere “la partecipazione alla Messa di mezzanotte”.
Trattasi di celebrazione religiosa alla quale il 70% delle persone si reca soltanto perché fa parte del pacchetto natalizio, insieme a regali, torroni e panettoni.
Se venissi catapultato ignaro in una Chiesa vi potrei subito dire, ad occhi chiusi, se si tratti di “Messa di mezzanotte” o “Messa del 25 mattina”, la differenza sta nella PUZZA di PESCE.
Decine di pseudo-fedeli che cantano a bocca aperta, rosei e mezzi ‘mbriachi, emettono mostruose alitate pescifere, suggerendo il menù appena ingurgitato.
Anche i vestiti, che per l’occasione (siamo in vetrina!) non possono non essere cappotti neri, sciarpe bianche, giacche di lusso e pelliccette varie.. puzzano discretamente di frittura di pesce.
Tra le persone sedute un buon 30% ha l’occhio semi-chiuso, l’età avanzata, la panza piena ed un bel calduccio conciliano la penneca, con tanto di russatella a scoppio.
Comunque tutto ciò è secondario, l’importante è che all’uscita, tutti felici e contenti, ci si baci e ci si abbracci, anche fra estranei, urlando: «Tanti auguri, Buon Natale!»
(.. se poi verso le due di notte ci scappa pure una partita a carte..)





lunedì 2 dicembre 2013

TANTI AUGURI, BUON ANNO

Ebbene si, Natale si avvicina e questo andrebbe anche bene, visto che per me una delle cose più belle del mondo è fare regali alle persone care.
(il vero significato delle festività lo sorvolo alla grande, non va più di moda)

Però dopo Natale e mi viene il magone solo a pensarci, arriva il temutissimo ultimo dell’anno.. ma chi lo ha inventato?
Il 31 Dicembre e tutto il cucuzzaro che si porta dietro è per il sottoscritto un giorno da far trascorrere in fretta, come quando mandi giù lo sciroppo che sa di pesce, inghiotti e vai.
A Capodanno:
- ci si deve divertire per forza,
- bisogna andare per forza alle feste e tornare alle 5 di mattina,
- bisogna per forza fare un poco di scena e saper raccontare il tutto i giorni successivi, magari aggiungendo qualche particolare ad hoc..
Quando c’è una cosa da fare per forza, perché è tradizione e tutti si comportano così, mi viene l’orticaria e pure il mal di pancia.
Chissà perché ora penso al giorno di ferragosto, quando innocenti spiagge e beati prati montani vengono assaliti da gitanti fuori porta muniti di tavolino richiudibile con sedie incorporate..

Tornando al nostro discorso capodannesco, io mi rendo conto che la gente comincia a farsi prendere dalla frenesia quando da ogni dove ti arriva la fatidica domanda:
«CHE FAI A CAPODANNO?»
Risposta dell’italiano medio: «vado ad una festa con amici in una casa in campagna».
Nel 90% dei casi o la festa non esiste o la casa in campagna è ancora in costruzione o si arriva a mezzanotte in macchina perché non si riesce a trovare questa cavolo di casa in campagna..
Il mio sogno, prima o poi da realizzare è di stare a casa e andare a dormire a mezzanotte e uno.

Un altro rito tribale che si consuma durante questa folle notte è l’invio selvaggio dal proprio cellulare del MESSAGGINO di auguri, non importa se nemmeno ti ricordi a chi lo stai mandando, meglio ancora.
Ovviamente il testo è sempre lo stesso, uno standard per tutti, senza personalizzarlo in base al destinatario.


Ma i miei veri IDOLI siete VOI, che allo scoccare della mezzanotte componete il numero di telefono dell’amico/a con cui avete contatti una volta l’anno, del parente/nipote/cugino di cui non ricordate nemmeno le sembianze, ma nonostante questo, alla risposta, cinguettate felici: «TANTI AUGURI, BUON ANNO!! »