Mi piacciono le Fiere del
Patrono.
In particolar modo quella
che si svolge nella mia città il 31 agosto, anche se il segnale che porta con
sé è purtroppo legato alla fine dell’estate.
Contento come un bambino da
una parte e triste come un adolescente senza smartphone dall’altra, mi preparo
dunque ad immergermi nel clima festoso della Civitas Mariae.
Quest’anno la bancarelle
fanno bella mostra in Corso Cavour, lungo le mura, in Corso Cairoli e buona
parte del centro storico, mentre nella piazza principale l’organizzazione ha
calato il tris d’assi: il palco con l’orchestrina, la pista da ballo e il tendone
con i tavolini do se magna.
Gira la voce che circa 240
anatre, piatto tipico di questa festa, abbiano tentato la fuga corrompendo il
custode con la collana completa di Paperinik, ma forse è solo leggenda..
L’atmosfera della fiera è
inconfondibile: odori e suoni.
Gli odori sono quelli dei
dolci che si comprano una volta l’anno in queste occasioni e cioè i croccanti,
le noccioline ricoperte di zucchero, la liquirizia, le crepes con la nutella,
lo zucchero a velo, bontà a cui non si può proprio rinunciare..
Dopo che li hai comprati
però ti lamenti perché la liquirizia ti ha fatto la lingua nera e ti viene la
tachicardia, le noccioline ti hanno riempito e il croccante al sesamo ti ha
fatto saltare l’otturazione.
I suoni sono quelli delle
voci microfonate degli “imbonitori di turno”, i venditori che con il loro banchetto
addobbato presentano le ultime novità della scienza e della tecnica.
Da “Clemente, lo spremino
intelligente” a “Pelino taglia annas”, dal tappeto magico a “MOF lo strizza
facile”, dalla rivoluzionaria spazzola vista in TV alla pentola in titanio che
cucina pure i sassi..
Che dire poi
dell’immancabile pulisci-vetri e del ferro da stiro che funziona soltanto con
il vapore, stirando in verticale?
Li ho comprati tutti.
Non mi funziona niente.
Clementino lo spremino non
si riempie di succo come mostrato da Mr. Simpatia alla fiera, forse non
utilizzo i limoni giusti o non massaggio bene l’agrume prima dell’utilizzo..
boh.
La spazzola pulisci-vetri a
calamita, una parte fuori e una dentro, pulisce discretamente, ma c’è un
piccolo particolare, non assorbe l’acqua e lo
zozzo vario, che cadono quindi sopra al davanzale.
Nel secondo utilizzo la calamita
non ha tenuto e la parte esterna della spazzola è caduta dal terzo piano..
Lo straccio in bambù pulisci
tutto.. sarebbe meglio darlo da mangiare ai panda (simpatici orsacchiotti
juventini che si cibano soltanto di questo vegetale).
Perché alla fiera questo straccio
pulisce a meraviglia il grasso del prosciutto, resti di crema per le mani e
lacca, cementati tutti insieme, mentre a casa mia nemmeno un po’ del “normale
sporco domestico”? Ai posteri l’ardua sentenza.
Vogliamo parlare del ferro
da stiro a vapore in verticale?
Le camicie rimangono
acciaccate, anche i fazzoletti ed è tutto dire.. però l’acquisto non è andato
sprecato ed ora lo uso come umidificatore per la camera da letto.
Il mio idolo però è il
“pennarello ripara carrozzeria”.
Ho visto sulla bancarella di
questo venditore cose che voi umani non potete immaginare, rigature che
scomparivano, parti sverniciate che magicamente si ricoloravano, tonalità che
tornavano splendenti..
Dopo l’uso le rigature della
mia macchina sono rimaste uguali, anzi hanno cominciato a fare un po’ di
ruggine intorno.
Ma non mi faccio intristire
da questi piccoli inconvenienti, sicuramente sono io ad essere imbranato e
decido quindi di godermi il “clou” della festa, che ne segna anche la fine: I
MITICI FUOCHI DI ARTIFICIO.
Una mezz’oretta prima
dell’evento inizia la migrazione per conquistare i posti migliori, in questo
caso le “mura di tramontana” e allora vedi visi tirati, persone che allungano
il passo facendo finta di niente, bambini trascinati a peso morto e ognuno che
pensa al suo posto segreto per un’ottima visione..
Alla fine in poche centinaia
di metri si accumula una tale quantità di persone che anche il livello di
ossigeno nell’area cala a valori preoccupanti, allora qualcuno si arrischia nei
campi bui sottostanti, qualcun altro sale sopra un albero e qualcun altro
ancora.. sopra le persone.
Tutte le multe dell’anno, le
tasse sulla mondezza (differenziata) e qualche altro balzello trovano il loro
perché nello splendore dello spettacolo pirotecnico della festa patronale: ben
25 minuti di tonanti, luci, colori, fulmini e saette, fino ad arrivare alla
batteria finale e ai due classici botti che fanno saltare gli allarmi delle
auto, i nervi della vicina e l’ampliform di nonno.
Ad maiora.
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