venerdì 26 giugno 2015

Pillole di Phantablog: La minigonna

Ragazze con la minigonna che se la tirano giù in continuazione sperando che si allunghi magicamente di qualche centimetro:

1) la minigonna è della stessa lunghezza di quando l’avete provata a casa davanti allo specchio.
2) vi state chiedendo se si vedono le mutande.
3) state pensando che la prossima volta sarà meglio mettere i leggings sotto.





lunedì 22 giugno 2015

Pillole di Phantablog: BUGIE

«Ho bisogno di una pausa di riflessione» vuol dire:

1)  Addio, non stiamo più insieme..
2)  Da domani potrò divertirmi più liberamente con le mie 12 amanti..
3)  Finalmente si va ad Ibiza..
4)  Se mi va male la richiamo fra 3-4 mesi..
5)  Tutte le precedenti..




sabato 20 giugno 2015

Pillole di Phantablog: IL VESTITO

Una donna che ne osserva un’altra da capo a piedi per commentare il suo modo di vestire:

1) il body scanner dell’aeroporto è meno preciso..
2) i termini crudeltà e cattiveria acquistano un nuovo significato..
3) i raggi X ed UVB sono meno penetranti e fanno meno male..





giovedì 11 giugno 2015

Tutti al mare !!

In questi giorni di solleone il livello medio di melanina corporea delle persone che mi circondano è “preoccupantemente” salito.
La vicina di casa è già talmente abbronzata che io e lei vicini sembriamo le due metà del biscotto Ringo, il biscotto dei campioni, uno bianco e uno nero.
La capoccia del mio amico Sergio è talmente rossa da sembrare una piastra elettrica accesa da un’ora e le braccia del farmacista di fiducia sono già spellate tipo serpente in muta.

Crogiolarsi al sole è un richiamo troppo grande per non essere considerato, più che altro per mostrare i primi toni scuri della pelle a colleghi, amici e conoscenti, tornando al lavoro o passeggiando per il corso, con quel sorrisetto che sottintende parole come : “io sono già abbronzato, bello e tonico, mentre tu sei bianco cadaverico, poverino..”
Più il viso è rosso, più le braccia sono scottate tipo braciole sul barbecue e la schiena fiammeggiante e più c’è soddisfazione.

« La crema solare? »
« Lo so che fa male senza ma non la metto.. tanto io ho la pelle scura »

« Gli occhiali da sole? »
« Tanto chiudo gli occhi è la stessa cosa »

« A che ora vado? »
« Dalle 12 alle 14, così mi abbronzo di più »

« Il dopo-sole? »
« Tanto non fa niente, lo mettono solo le donne »

Dopo aver riflettuto sulle perle di saggezza che spesso ascolto in questo periodo decido di unirmi al gregge ed organizzare una bella mattinata di mare, al mio ritorno farò morire di invidia tutti i colleghi e gli amici, ancora bianchi come mozzarelle..

Il mio programma personale prevede la partenza alle ore 10.45, “tanto prima è inutile, il sole non attacca”,  l’arrivo alle 11.30 a Citanò, per stare poi stesi sotto la canicola, immobile come una lucertola, fino alle 15.00.

Dovrebbe andare tutto bene.

La mattina mi sveglio arzillo come non mai e preparo diligentemente lo zainetto per il mare:
1) asciugamanone gigante, quello blu con i delfini disegnati, così grande per non lasciare i piedi fuori quando mi stendo,
2) infradito da spiaggia, da cambiare con le scarpe normali quando esco dalla macchina.
3) cappello con visiera, per evitare le scottature in viso.
4) occhiali da sole, per non essere accecato dai mortali raggi solari.
5) crema protettiva solare fattore.. 50.
6) merendina di metà mattinata, frutta e bottiglia d’acqua.
7) spiccioli per comprare la pizzetta, qualche ninnolo dai vu cumprà e per il cocco bello.
8) ombrellone apertura 180 cm con manovella per il rapido fissaggio.
9) marsupio per riporre i beni preziosi nel caso mi allontanassi dalla postazione-mare per una breve passeggiata sulla battigia.
10) settimana enigmistica nuova di zecca, appena comprata in edicola.

Sento che ce la posso fare.

Furbo come una faina ho la fantastica idea di spalmarmi la crema già a casa, così all'arrivo sarò subito pronto per la cottura.
Mi infilo il costume, rigorosamente slip, di qualche anno fa (mi sta anche un po’ largo)  e davanti allo specchio ricopro tutta la mia pelle di cremina bianca, che in effetti è talmente densa da far fatica ad assorbirsi..
Pongo particolarmente cura al dorso delle mani, ai piedi, alle orecchie, al collo, al naso e.. mi accorgo che si sta facendo clamorosamente tardi, finirò in spiaggia.
Indosso la T-shirt preferita da finto-giovane, pantaloncini corti quanto basta e via come il vento verso il Sole.

Arrivo tranquillo con la mia macchinina rossa sul lungomare ma i parcheggi sono strapieni, manco fosse l’ultimo giorno di vita dell’intera umanità !!
Sudo come una capra ma alla fine riesco a trovare un posticino lontanissimo dove stazionare il mio carro a motore, così mi accingo a prendere tutto il necessario, mettere le infradito e scattare agile come un furetto verso le sabbie roventi.

Zainetto e ombrellone in mano mi piazzo in mezzo all'unico spazio vitale utilizzabile nel raggio di 200 m, un misto di sassi piccoli e sabbia riportata, con qualche legnetto di fiume come cornice.
Mi trovo fra una famiglia dotata di prole numerosa e rumorosa ed un gruppetto di signorine che, o non indossano il costume o quest’ ultimo è talmente piccolo da non vedersi ad una prima occhiata furtiva.

Ringalluzzito come non mai gonfio il mio possente fisico e mi sento un pò Leonida che combatte i persiani alle Termopili, quindi mi accingo a trapanare la sabbia con la punta dell’ombrellone.
Dopo 25 minuti riesco a far stare in piedi il malefico aggeggio e quindi inizio a spogliarmi.
Maglietta e pantaloncini appesi sull’ombrellone, zainetto come cuscino e asciugamanone steso direzione sole.

Tragedia:  a casa ho dimenticato di spalmarmi la crema sulla schiena.

Potrei gentilmente chiedere ad una delle vicine signorine perizomate di aiutarmi ma desisto, temendo l’arresto.
Anche i componenti della famigliola alla mia destra potrebbero insospettirsi se mi rivolgessi a loro e così faccio da solo, self-service.
Sembro un contorsionista, mi giro la mano da una parte, sposto la schiena da un’altra, mi alzo, mi abbasso, insomma faccio il possibile.

Sono le 12.30 e devo ancora iniziare l’esposizione ai tanto amati raggi UVA, pazienza, vuol dire che non mi muoverò più, non andrò nemmeno a toccare l’acqua con i piedi, starò steso come un geco a rosolarmi ben bene.
Anche se fermo non posso non dare un’occhiatina al mondo che mi circonda e così il mio sguardo cade su delle tipicità da spiaggia :
1) la famiglia con bambini, una delle quali proprio vicino a me, con babbo e mamma in genere affannati e stanchi dell’ardua impresa che stanno svolgendo, mentre i bimbi impazziscono di gioia gettando sassi e sabbia da tutte le parti.
2) la bella e misteriosa, che prende il sole di spalle, reggiseno slacciato per non lasciare la riga bianca sulla schiena e slip spostato per abbronzarsi pure il sedere.
In genere è intenta alla lettura o presa da lunghe conversazioni telefoniche ed ogni 10 minuti si passa lo spruzzino con il super tanning sul corpo.
3) il bagnante medio, che si posiziona in modo da guardare furtivamente tutte le bagnanti che a lui più aggradano e andando via fa un percorso kilometrico a zig zag per dare loro un’ultima occhiata da vicino.
 4) il gruppetto di amiche, giovinette quasi-donne che fanno prove generali di sensualità e fascino.
5) il super palestrato, che si gira e si rigira per assorbire ogni raggio di sole che lo possa rendere ancor più splendido.
6) le signore 40enni, con cappellone di vimini, in forma e giovanili, che sfogliano le riviste di gossip e buttano occhiatine qua e là.
7) la mitica signora anziana che prende il sole sullo sgabello in riva al mare, la pelle scura come il cuoio, un vero lupo di mare !!

Intanto il mio asciugamanone si è talmente impregnato di sudore da doverlo strizzare e così decido di sgarrare la regola dell’immobilità, mi alzo e mi bagno i piedi in acqua.
Proprio quando sto gustandomi questo refrigerio arriva il classico pirla che si butta a balenottera azzurra a 10 cm di distanza, sollevando un’onda di tsunami che mi colpisce, regalandomi la stessa sensazione di una immersione in una vasca di cubetti di ghiaccio.

Cercando invano una fiocina avvelenata per abbattere il cetaceo mi sposto alla mia destra anelando santa pace, ci sono soltanto tre ragazzi che passeggiano con l’acqua alle ginocchia.
« Perché quando arrivo io chi si trova in acqua decide di giocare a schizzarsi sbagliando sempre la mira? »  Rifletto tra me e me, di nuovo bagnato zuppo..

Mi allontano ancor di più, senza minimamente immaginare chi avrei incontrato, oserei dire dalla padella alla brace.  Trattasi dei mitici bagnanti che giocano a palla in acqua, tirando sto cavolo di pallone a 200 km orari in ogni direzione.
Ritorno mesto verso il rassicurante telo-mare, dopo due pallonate in testa e un’altra doccia fredda non voluta..

Almeno mi sono rinfrescato.. ed ora un bel bagno di sole indisturbato non me lo toglie nessuno:  sistemo bene l’asciugamanone con 4 sassi ai lati per tenerlo disteso, tolgo ogni granellino di sabbia, levo le infradito e mi distendo felice.
Nello stesso istante due simpatici bimbi sfrecciano “sopra di me”  in una folle corsa verso il mare, dopo che la mamma ha dato loro il permesso del bagno, sollevando circa 20 kg di sabbia che mi impanano come una cotoletta alla milanese.

( Sento che stamattina qualcosa non sta andando per il verso giusto.. to be continued )