mercoledì 18 febbraio 2015

L’arte moderna?



« Che cos’è l’ARTE MODERNA? » mi domando varcando la soglia del Museo.
« E’ un’arte che si discosta dalla classicità, che propone sfumature diverse, interpretazioni soggettive delle sensazioni provate, esperimenti emozionali con strumenti alternativi.. »

Un minuto di silenzio.
Non mi sono capito.

Quando entro in questi luoghi, che raccolgono i talenti espressivi di grandi pittori, scultori, inventori e poeti, mi sento sempre un estraneo, un “imbucato” ad una festa di cui non merito l’invito e mi muovo in silenzio, quasi in punta di piedi per non disturbare..

Attraverso le prime sale e come al solito vengo investito dalla onnipresente mandria di alunni, che stanno visitando il Museo con i loro professori.
E’ un trionfo di telefonini, WhatsApp e Facebook, mentre il povero insegnante di italiano tenta di erudire i giovinotti spiegando il dipinto principale della sala.

Nel frattempo, continuando a camminare, noto che i divanetti e le poltroncine per il pubblico sono strapiene, riempite da onorevoli terga di tutte le fattezze.
Vedo volti stanchi, svuotati, nemmeno avessero appena terminato la maratona del Sahara, facce ipnotizzate che guardano il vuoto con gli occhi fissi.
In effetti è fisiologico perdere la concentrazione, diciamo così, dopo decine e decine di quadri, altrettante sculture e.. nemmeno una sigaretta o una merendina o una chattata con il fidanzato.

Oltre alle amate scolaresche al Museo ho spesso il piacere di incontrare la classica famigliola con i bimbini, i quali scorrazzano da una sala all’altra tipo luna park, con grande piacere dei serissimi custodi.
I genitori, con in mano la guida delle opere, tentano in ogni modo di richiamare l’attenzione della loro progenie, sperando che qualcosa li attiri e li faccia stare buoni.

Non manca mai il super espertone, il Vittorio Sgarbi della situazione, ciuffo compreso, che si ferma ammaliato davanti ad ogni quadro decantandone la bellezza.
Finge onniscienza artistica ed è chiaro il tentativo di conquistare la bella signorina accanto, vestito aderente, tacco 1000, tutta sorrisi e battito di ciglia.

Non raramente, ad onor del vero, incontro anche il semplice visitatore, un comune mortale che si ferma davanti alla sua opera preferita e la osserva in silenzio, per poi allontanarsi discretamente, con una lacrima che gli bagna la guancia.

Il gruppo vacanze poi, con la guida al seguito è un must per ogni Museo che si rispetti, macchine fotografiche al collo, mappe, cappellini e zainetti tattici li contraddistinguono dagli altri visitatori.
La guida li dispone in cerchio ed inizia la spiegazione al centro della sala.
Se ti avvicini troppo cominciano a guardarti male, diventi un usurpatore, uno scroccone che vuole ascoltare le preziose informazioni senza aver versato l’obolo richiesto. Guai.

Ho percorso tutte le sale della pittura e della scultura e sto per arrivare all’ultima sezione, quella inaugurata da poco, con una simpatica conferma.. le frasi più frequenti che si ascoltano al Museo :

1) « Mi scusi, dov’è il bagno? »

2) « A che ora è il pranzo? »

3) « E’ lontano il ristorante? »


Mi dirigo verso l’ultimo padiglione che, come prima accennato, ospita la nuova esposizione di ARTE MODERNA.
Chissà perché proprio ora mi vengono in mente nomi come Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Van Gogh, Giotto, Picasso.. forse è un segno premonitore.
Entro nella prima sala : pareti bianche e faretti a palla, il bagliore è clamoroso, guardando fisso il Sole di ferragosto avrei meno disagio.
Dopo qualche secondo di assestamento cromatico faccio altri due passi e, sorvegliata da 2 zelantissimi custodi, vedo :

una SEDIA.

Stavo per mettermi seduto per darmi un’orientata in quella folle stanza quando mi accorgo che l’opera da ammirare è proprio quella..  pezzi di legno collegati tra loro, che si sostengono l’un l’altro, pronti ad unire le sofferenze di chi a loro si affida, espressione del lavoro di un artista che spera nell’equilibrio del futuro, nel sostegno e nella solidità del nostro mondo”.

Un minuto di silenzio.

Ripeto.. una SEDIA.

Infastidito come un formichiere con il naso attappato avanzo nel secondo spazio espositivo e vedo in terra un mare di PALLINE COLORATE che galleggiano in una grande vasca di plastica, con un filo di acqua dentro.

« Hanno fatto bene ad inserire anche una ludoteca per far giocare i bimbi mentre i genitori sono occupati » penso tra me e me.
L’errore non può essere più grande, infatti mi trovo nella seconda stanza dedicata all’arte moderna contemporanea del XXI secolo : “la perfezione e la completezza delle sfere sono come le nostre vite, devono galleggiare vincitrici sul mare dell’esistenza, ognuna diversamente, con il proprio colore, ma con il fine ultimo della completa realizzazione”.

Che dire..

( nemmeno con la peperonata di nonna ed un buon lambrusco avrei potuto scrivere di meglio )

Lo so, direte voi, nell’ARTE MODERNA non si guarda il mero risultato, soltanto ciò che si ha davanti, si devono comprendere le emozioni e le sensazioni che hanno portato alla realizzazione dell’opera..
Ritemprato da questa considerazione avanzo fiero come il prode Achille, sicuro della mia immortalità.. quando vengo clamorosamente colpito al tallone da una freccia avvelenata.

Trattasi della STANZA EMOZIONALE :  quattro pareti completamente tappezzate da fotografie in bianco e nero, il pavimento occupato da un LABIRINTO fatto di MATITE e come sottofondo una musichetta a mezzo volume, un rumore indefinito, una via di mezzo tra una radio che non prende e i gargarismi dopo pranzo.

Sono colpito a morte, nulla ormai potrà salvarmi, barcollando riesco a stento a varcare l’ultima soglia, quella della sala PITTORICO-ARTISTICA.
Un trionfo di quadri e dipinti, dove i disegnini di mia nipote di cinque anni avrebbero primeggiato per qualità, fantasia, colore ed originalità.
-C’è la classica tela bianca, con due tagli al centro ed una sontuosa cornice, che dona importanza e rilievo al tutto;
 -C’è il quadro fatto da mille schizzi di colore, spruzzati qua e là, come un arcobaleno impazzito che ha momentaneamente perso il suo ordine;
-C’è la cornice VUOTA, “il mio preferito”, perché all’interno ognuno di noi può vederci il mondo intero, ciò che amiamo e che vorremmo apparisse più di ogni altra cosa, un’opera d’arte costruita da noi stessi..

Se lo sapevo me la costruivo con comodo a casa mia.
Ad maiora.




3 commenti:

  1. Ahahahahahahahah sicuro di aver visitato un Museo?? Sarà, ma a me l'arte moderna proprio non piace...preferisco decisamente quella classica! Ma magari un giorno chi lo sa...mi ritroverò a dipingere un quadro senza senso e diventerò una famosa pittrice del nostro secolo! TU POTREI DIRE DI AVERMI CONOSCIUTA!!!

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  2. Ahahahahahahahah sicuro di aver visitato un Museo?? Sarà, ma a me l'arte moderna proprio non piace...preferisco decisamente quella classica! Ma magari un giorno chi lo sa...mi ritroverò a dipingere un quadro senza senso e diventerò una famosa pittrice del nostro secolo! TU POTREI DIRE DI AVERMI CONOSCIUTA!!!

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    1. Ha ha ha!! Hai proprio ragione!! Mi raccomando, ricordati di me quando sarai famosa :-)

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