lunedì 6 luglio 2015

Tutti al mare !! (seconda parte)



E’ consigliata la lettura di “Tutti al mare” prima di continuare con “Tutti al mare - parte seconda”.

.. Ritorno mesto verso il rassicurante telo mare, dopo due pallonate in testa e un’altra doccia fredda non voluta.
Almeno mi sono rinfrescato ed ora un bel bagno di sole indisturbato non me lo toglie nessuno:  sistemo bene l’asciugamanone con 4 sassi ai lati per tenerlo disteso, tolgo ogni granellino di sabbia, levo le infradito e mi distendo felice.
Nello stesso istante due simpatici bimbi sfrecciano “sopra di me”  in una folle corsa verso il mare, dopo che la mamma ha dato loro il permesso del bagno, sollevando circa 20 kg di sabbia che mi impanano come una cotoletta alla milanese.

Invoco l’avvento di un branco affamato di squali megalodonti o l’improvvisa comparsa di una tartaruga azzannatrice ma le mie preghiere non vengono ascoltate.
I bimbi intanto, satolli ed energetici per il panino con il salame, le patatine fritte e il succo di frutta alla pera ingurgitati, approfittano per fare pipì in acqua, sotto gli occhi soddisfatti dei genitori.

Presa la definitiva decisione di non avvicinarmi più alla spiaggia mi alzo, leggermente innervosito, do una sgrullatina alla duna di sabbia sopra di me e mi dirigo alla doccia, rallegrandomi per questo servizio presente in una spiaggia libera.

L’ottimismo vola.. e infatti nella prima doccia non c’è la maniglia.

Mi giro verso la seconda e vedo un signore che si sta facendo lo shampoo, strofinandosi il corpo con spugna e bagnoschiuma.
Mi aspetto che da un momento all’altro tiri fuori anche le forbicine per tagliarsi le unghie, nel frattempo un ruscello di schiuma bianca comincia a straripare dalla doccia invadendo la sabbia circostante.
C’è una terza doccia che ora è vuota e mi avvicino ad essa con aria vittoriosa, giro la maniglia ed essendo sudato ed accaldato come una capra ho la sensazione di essere investito da una cascata di azoto liquido, a circa 275 gradi sottozero.
Mi ritraggo agilmente come una tartaruga nel suo guscio e metto fuori soltanto il piede con la ciabatta, “per abituarmi piano piano”, poi la gamba, fino ad arrivare ai punti cruciali, la pancia e la schiena.

Mentre mi esibisco in questi contorsionismi la coda dell’occhio vede dietro di me due signorine perizomate, che stanno aspettando a braccia conserte e fra una risatina e una battuta si avvicinano sempre più.
In un secondo mi gonfio come un piccione ripieno e mi getto tra i flutti gelidi, simulando scioltezza e tranquillità, anche se per poco non mi si tronca il respiro.
Togliere tutti i granelli di sabbia da dentro il costume si rivela più problematico ed imbarazzane del solito, considerando gli sguardi femminei a cui sono sottoposto.

Tutto bagnato mi accingo al ritorno all’asciugamanone camminando lentamente, tipo bradipo addormentato, per non insabbiarmi i piedi.
Facendo finta di niente faccio il solito percorso a zig zag, allungando di dieci volte la distanza da percorrere, per dare uno sguardo furtivo alle nuove bellezza che nel frattempo si sono accomodate in spiaggia.

Sono disteso da una decina di minuti, stranamente rilassato e sto per cadere fra le braccia di Morfeo quando sento una voce dietro di me, tipo megafono da stadio, che mi fa sobbalzare : COCCO ! COCCO BELLO !! COCCO BELLO !!!
Si avvicina il simpatico omino che vende i pezzi di cocco ed ogni tanto lo noto fermarsi ad “innaffiarli”, nel cesto di vimini in cui li custodisce, con un piccolo spruzzino di acqua (spero).
Passeranno altri suoi colleghi, con “di tutto e di più” : dai braccialetti alle collanine, dagli immancabili occhiali da sole ai pareo e teli da mare, dalle custodie per cellulari ai cappellini con ventilatore, dalle prolunghe per fare i selfie agli aquiloni a forma di Batman.

Intanto le lancette dell’orologio segnano le 14.00 e comincio a dare una seria motivazione alla discreta fame che mi sta venendo.
Farò uno spuntino veloce per poi integrare a casa.
La mia merendina, con un po’ di frutta lavata, acqua e succo di carota sono niente di fronte a fior di pranzi organizzati da veri professionisti “de lo magnà”.

Intorno a me è tutto un fiorire di contenitori per insalate, mini posate e bustine di condimenti, per non parlare dei panini imbottiti, tramezzini e pizze farcite.
Acqua fresca, Coca-cola, birre e pure vino escono fuori in un baleno da gigantesche borse termiche e c’è chi non manca di apparecchiare con tovaglia e bicchieri di plastica.

Dopo pranzo c’è “l’abbiocco totale”, la spiaggia diventa magicamente silenziosa, ogni rumore sembra lontano ed ovattato, gli occhi si chiudono ed il relax si impossessa dei bagnanti, anche le piccole pesti urlanti sembrano placarsi temporaneamente.

E’ proprio questa per me l’ora di andare, proprio quando mi stravaccherei volentieri senza fare niente fino al tramonto..
Mi vesto, infilo le ciabatte, sgrullo l’asciugamanone inondando di sabbia il vicino, che fortunatamente dorme e mi avvio verso il parcheggio.
Si sente quello strano odore di asfalto caldo, infuocato dal sole, che sembra squagliarsi sotto i piedi ed il gradevole venticello della spiaggia cessa di colpo, lasciandomi senza fiato.
Sembra di essere in una via di mezzo tra una sauna ed una palude stagnante e con questa bella sensazione mi avvicino alla macchina.
Non è più una automobile.. è diventata una trappola mortale, un insieme di lamiere arroventate e quando apro la portiera mi investe una folata di aria talmente calda che sembra arrivare direttamente dal deserto del Sahara.

Apro tutti gli sportelli e il bagagliaio e rimango ad aspettare un po’ sotto la misera ombra di un alberello, tanto per far circolare aria nella mia Peugeot.
In questo momento anche gli occhiali scuri mi fanno caldo e li appoggio sul tettino dell’auto.
Ora me la sogno la doccia fredda della spiaggia, qui anche le lucertole si riparano vicino a me, per approfittare dell’unica ombra nei paraggi.

Decido che è arrivata l’ora di andare così chiudo le portiere, mi infilo dentro e in un battibaleno sono già sulla via del ritorno.
I finestrini sono tutti giù, per fare un po’ di corrente, l’aria condizionata l’accenderò una volta entrato in superstrada.
Il sole contro non mi fa vedere proprio niente.. è troppo fastidioso.

Dove sono i miei occhiali scuri ??