Dal primo capitolo del
libro: “Terrore ai grandi magazzini”.
L’essere umano medio si alza
la mattina, quando il Sole è ancora in pigiama e la temperatura ad una cifra,
per raggiungere felicemente il suo
posto di lavoro.
Spesso è la pioggia a
salutarlo per primo sulla porta di casa, insieme a quel buio che non è né
giorno né notte, come un sipario ancora chiuso sul palcoscenico della giornata
che deve aprirsi ai suoi occhi.
Il lavoro che svolge ogni
giorno è tanto piacevole per lui quanto indossare un paio di mutande di ortica
o camminare a piedi nudi sui carboni ardenti o guardare l’Arena di Giletti per
due ore di fila, interrotto soltanto dalla pubblicità dei materassi di
Mastrota.
Ciò che tiene in vita
l’essere umano medio è l’avvento del Sabato, che preannuncerebbe 48 ore di sano e meritato riposo.
Ma è proprio di sabato
pomeriggio che arriva la botta tremenda, la gentile
richiesta, in genere della compagna, di andare a fare un giretto al centro commerciale.
Memore delle esperienze
passate cerca disperatamente ogni scusa per evitare il tragico evento, una
diarrea improvvisa, un forte mal di testa, arriva perfino a togliere due
candele dal motore dell’auto.. che però si mette in moto ugualmente.
Il parcheggio del centro
commerciale di sabato pomeriggio non si augura a nessuno, tutti gli istinti
primordiali possono violentemente riaffiorare in noi, regredendoci a barbari
sanguinari pronti a tutto per l’agognato posto auto.
E allora vedi automobili
girare in tondo, come squali in cerca di preda, doppie file di macchine che si
infilano dappertutto sperando di arrivare prima degli altri, manovre di tutti i
tipi per occupare ogni singolo pertugio.
C’è chi si affida alla “strategia dell’inseguimento”: un pedone
che cammina con le chiavi in mano è l’obiettivo primario, piano piano gli si và
dietro, tipo maniaco seriale, fino a quando raggiunge la sua auto.
«Scusi, esce?»
L’indice della mano sinistra,
come un tergicristallo impazzito, puntualmente delude le nostre aspettative
indicando un netto NO.
Il nostro amico pedone deve
soltanto appoggiare la micro-spesa di 50 gr nel bagagliaio per avere le mani libere e tornare allegramente all’interno
del centro commerciale.
Anche la “strategia dell’attesa” ha il suo perché:
ci si ferma in un punto casuale del parcheggio e si attende furtivi un’auto che
esca nelle vicinanze, a quel punto si ingrana la marcia e ci si fionda sperando
di battere tutti sul tempo.
C’è poi chi sguinzaia la moglie per cercare
agilmente un posto libero, come un soldato in avanscoperta prima dell’arrivo
dei mezzi pesanti.
La persona si piazza in
mezzo al parcheggio libero con le mani alzate, per richiamare l’attenzione del
suo caro e rivolge sguardi minacciosi alle ignare auto che passano lì davanti
pensando anche loro di avercela fatta.
Alla fine il nostro essere
umano medio riesce a trovare un buco dove infilare la sua Peugeot 106, tra una
siepe e la scarpata del campo vicino, il tutto a circa 1.5 km di distanza
dall’entrata del centro commerciale.
Immediatamente deve sorbirsi
il rimprovero della fidanzata che avrebbe voluto trovare posto all’ombra,
davanti all’ingresso principale e possibilmente un maggiordomo per aprirle la
portiera e darle il benvenuto, declamando la sua bellezza.
Appena scesi incontrano
subito gli immancabili omini che chiedono simpaticamente qualche spiccetto o
tentano di vendere fazzolettini e quant’altro con una insistenza tale da far innervosire
anche Suor Cristina..
Finalmente dentro, il nostro
essere umano medio si rende conto che il caldo-umidiccio all’interno delle gallerie
del centro commerciale lo sta facendo sudare come una capra e allora il
carrello della spesa si riempie subito di maglia e giubbetto.
L’aria consumata poi e gli
strani odori sono pari a quelli di una classe di 35 alunni alla quinta ora di
lezione, senza aver mai aperto le finestre.
In compenso, vista la bolgia
di persone, ci si può immunizzare per bene, entrando in contatto con qualsiasi
tipo di batterio e virus di stagione.
C’è davvero un mare di
gente: famiglie intere con prole al seguito, coppiette, adolescenti in tiro,
uomini, donne, persone anziane, un miscuglio di età, razze, lingue e modi di
fare che in confronto la Torre di Babele diventa una piazzetta di provincia..
A questo punto, osservando i
suoi occhi piangenti e temendo un istinto suicida, la compagna dell’essere
umano medio lo rassicura: «Dai che facciamo subito,
solo un giretto»
Dopo 2 ore è ancora davanti
all’ennesimo negozio di abbigliamento aspettando che lei si provi i fuseaux colorati e che trovi la magliettina giusta..
Però si accorge di non
essere solo, altri uomini sono in fila con i carrelli davanti ai vari negozi,
in attesa della loro amata, con quell’aria affranta-rassegnata che un pò lo
consola.
Riprendendo il pellegrinaggio, la nostra simpatica
coppia passa davanti ad Euronics e a lui
viene voglia di vedere qualche novità in ambito informatico.
Dopo 3 minuti la compagna
comincia a sbuffare tipo stufa a vapore perché lui la sta facendo aspettare troppo e gli chiede: «Andiamo a
prenderci qualcosa al bar?»
(N.B. : i due bar del centro
commerciale sono presi d’assalto: file alle casse e bancone strapieno di persone
che ingurgitano caffè, pizzette, pastarelle, mokaccini e tovagliolini)
Verso le 7 di sera l’essere
umano medio si rende magicamente conto che il tuo sogno sta per realizzarsi:
varcare quella soglia ed uscire
all’aperto, dove ad aspettarlo ci sono uccellini cinguettanti, tanta aria
fresca e un cielo ancora limpido.. quando sente una vocina che sussurra: «Voglio passare anche da Bata a vedere
quelle scarpe che ti dicevo, solo un
attimo» .