venerdì 30 maggio 2014

Lo sposalizio



Ci siamo, tarda primavera-inizio estate è il periodo giusto per ricevere.. la malefica PARTECIPAZIONE di MATRIMONIO.
Ogni mattina, con la mano tremante e gli occhi piangenti sbircio nella cassetta della posta, come se dovessi aspettare la chiamata al servizio militare e alla fine, perché non se ne scappa, ecco arrivare il foglio pergamenato color bianco panna-marroncino chiaro della partecipazione matrimoniale.

Passi per i CARI amici o per parenti strettissimi, ma quando arriva la “chiamata” da parte del cugino di terzo grado, da ignoti nipoti argentini o conoscenti vari che hanno avuto la bella idea di aggiungerti alla lista invitati, allora no.. mi sento leggermente turbato.

La prima cosa a cui si pensa è di trovare una SCUSA plausibile per non partecipare, tipo mi si è ammalato il gatto, non trovo le scarpe da abbinare con l’abito, ho il turno a lavoro (anche se fai l’insegnante e il matrimonio è di domenica), mi sono scordato di lavare la macchina, prevedo che avrò la colite il giorno prima, ecc ..
Ma perché tutto questo astio, direte voi, perché non vuoi partecipare alla bella festicciola che durerà 12 ore filate, in mezzo a decine o centinaia di persone che ti allieteranno con abbracci, baci, sorrisi a 75 denti (finti), sollazzi e strette di mano?

Non so che dirvi.. sono leggermente allergico a “la sagra de lo finto”, questi riti tribali apotropaici che iniziano con la sfida per il vestito più bello e culminano con i mitici balli di gruppo ed il clamoroso TRENINO, con tutti gli ospiti che passano ‘mbriachi tra i tavoli..
(sarebbe carino abbattere questo lombricone in festa, dove qualcuno approfitta pure per toccare, con un moderno lanciafiamme.. una bella svampata e via)

In realtà la cerimonia in Chiesa (o in Comune) la sopporterei anche, ma il banchetto, pranzo o cena che sia.. proprio no.
La durata di questi ingozzamenti è infatti proporzionata al tempo morto fra una portata e l’altra, periodo comunque buono per qualche malignità sul vestito della sposa, sull’abbronzatura del marito, sul vino scadente e sul menù non troppo di classe.

Se poi, prima di sedersi, c’è l’aperitivo “abbuffet”, allora è GUERRA.
Un assalto da parte di vecchiette inferocite con il piatto stracolmo in mano e du pizzette fra li denti, avvocati, medici, architetti che si trasformano in barbari sanguinari spingendo e sgambettando per un cocktail e un tramezzino e tu che sei li, in perenne seconda fila, ordinato ed educato, riflettendo sull’evoluzione dell’Homo sapiens..

Durante la magnata poi, infilato nel solito peggior tavolino di tutta la sala, età media 20 anni superiore alla tua e simpatia pari a quella di un paio di mutande di ortica, inizia a suonare il tristissimo COMPLESSO MUSICALE..
In genere è formato da un uomo, che si spende agli strumenti e una donna, che allieta con la voce, cantando le tipiche “canzoni da matrimonio”.
Un incontro con un branco di iene che non mangiano da un anno mi renderebbe più felice.
(qualcosa di più modernino o alla fine una serie di CD che vanno da soli sarebbero tutta un’altra cosa, farebbero risparmiare un sacco di soldi ed eviterebbero numerose gastriti da stress)

Soltanto dopo quelle 5-6 ore di pasto, osservando:
1) panze strabordanti
2) cinture slacciate
3) cravatte a metà su camicie impataccate di sugo e macchie di vinello
4) guance rosee e sguardi assenti
5) mamme ululanti e bambini che scorrazzano da tutte le parti
6) carrozzine e neonati in ogni dove tipo campo minato
7) i soliti pirla che scelgono queste ultime ore agonizzanti per le foto e le riprese
8) la questua dei neo-sposi che passano in ogni tavolo facendo finta di sapere chi stanno salutando, donando le più brutte bomboniere del mondo
9) il caffè, l’ammazza-caffè, l’amaro, il limoncello e gli orzetti in tazza grande già serviti

.. mi rendo finalmente conto che il tutto sta per finire, che il circo è arrivato all’ultimo spettacolo e con questa gioia incontrollabile mi alzo dalla sedia.. proprio nel momento in cui un bel bimbino mi frana sopra con il suo bicchiere di aranciata, le sue manine appiccicose e la quarta porzione di torta alla crema..





venerdì 23 maggio 2014

La sfilata del mercato



Sono appena tornato dalla sfilata di moda (e di un po’ di tutto) che avviene il venerdì mattina nella mia città e sono abbastanza soddisfatto.
Di cosa sto parlando? Del mercato settimanale ovviamente.
Decine di bancarelle apparecchiate all’interno del centro storico, fino ad arrivare alla piazza principale e qualche volta anche nelle vie limitrofe.
Troviamo qualsiasi cosa, una babele di prodotti, con abbigliamento e scarpe che regnano sovrani, ma anche dolci, cappelli, cornici, pentole e militaria conquistano buoni piazzamenti.
Però diciamoci la verità: alzi la mano chi va al mercato esclusivamente per tentare un acquisto..
Ebbene si, la maggior parte dei “frequentatori” si reca nel suddetto loco per vedere come spettatore o partecipare come protagonista alla sfilata di moda.

Il mercato infatti si trasforma in una lunghissima e gratuita passerella dove tutto (o quasi) può essere ammirato e commentato: in genere le femminucce sono protagoniste e i maschietti gli spettatori (ma non poche sono le eccezioni).

E allora, vicini all’estate, ecco fiorire:

1) shorts e minigonne svolazzanti,
2) jeans aderenti con il bordo girato alle caviglie,
3) leggins super colorati e variegati,
4) sandali con laccetti e stivali tattici (da acchiappo)
5) intimo a vista, che fa sempre tanta scena, anche se qualche volta si sceglie di “dimenticarlo” a casa,
6) camicette sbottonate quanto basta,
7) vestitini leggeri a fiorellini subito preda delle folate di vento,
8) “trucco da mercato”, tra cui rossetto tonalità red-devil, cappellini sfiziosi e orecchini giganti,
9) capelli “fatti” il giorno prima, possibilmente ossigenati, rosso scuro o a caschetto con frangetta,

Come accennavo prima questa “realtà aumentata” (il termine va molto di moda così lo uso pure io) lungi dall’essere un’esclusiva femminile, anche diversi maschietti si recano al mercato da protagonisti per la loro sfilata e per qualche tentativo di corteggiamento (vitellone e toro della palestra sempre presenti).

Ecco allora osservare:

1) canottiere super aderenti che mettono in mostra il fisico palestrato,
2) camicie sbottonate fino all’ombelico che evidenziano il petto villoso, con catenozza d’oro da mezzo chilo,
3) pantaloni “calati a cacarella”, con il cavallo bassissimo e boxer in bella vista,
4) di conseguenza ai suddetti pantaloni camminata impacciata a “uovo”, che però fa tanto “uomo”,
5) capelli rasati ai lati e mega ciuffo sopra la capoccia (tutta invidia la mia)
6) tablet o telefonino ultimo modello da 72 pollici di schermo sempre in mano, per sottolineare la potenza tecnologica,

Alcuni di questi signori poi, terminata la sfilata, provano a posizionarsi in luoghi strategici, tra una pentola e un panino e porchetta, fra il bar e la bancarella delle scarpe sportive, per trovare una preda da corteggiare, ammaliare, sedurre..

Le femminucce che partecipano alla sfilata di moda sono invece più dinamiche, passeggiano davanti a tutte le bancarelle del mercato, anche più volte, consapevoli della loro beltà e con un sorrisetto sulle labbra, tipico di chi sa di attirare su di sé gli occhi e i desideri di molti..

L’ultima categoria è quella dello spettatore che, come me, si gode lo spettacolo fra un commento ironico, una battuta e una risata.