E’ consigliata la lettura di
“Tutti al mare” prima di continuare con “Tutti al mare - parte seconda”.
.. Ritorno mesto verso il
rassicurante telo mare, dopo due pallonate in testa e un’altra doccia fredda
non voluta.
Almeno mi sono rinfrescato ed
ora un bel bagno di sole indisturbato
non me lo toglie nessuno: sistemo bene l’asciugamanone con 4 sassi ai
lati per tenerlo disteso, tolgo ogni granellino di sabbia, levo le infradito e
mi distendo felice.
Nello stesso istante due
simpatici bimbi sfrecciano “sopra di me” in una folle corsa verso il mare, dopo che la
mamma ha dato loro il permesso del bagno, sollevando circa 20 kg di sabbia che
mi impanano come una cotoletta alla
milanese.
Invoco l’avvento di un
branco affamato di squali megalodonti
o l’improvvisa comparsa di una tartaruga
azzannatrice ma le mie preghiere non vengono ascoltate.
I bimbi intanto, satolli ed
energetici per il panino con il salame, le patatine fritte e il succo di frutta
alla pera ingurgitati, approfittano per fare pipì in acqua, sotto gli occhi
soddisfatti dei genitori.
Presa la definitiva
decisione di non avvicinarmi più alla spiaggia mi alzo, leggermente
innervosito, do una sgrullatina alla duna di sabbia sopra di me e mi dirigo
alla doccia, rallegrandomi per questo servizio presente in una spiaggia libera.
L’ottimismo vola.. e infatti nella prima doccia non c’è la maniglia.
Mi giro verso la seconda e
vedo un signore che si sta facendo lo shampoo, strofinandosi il corpo con
spugna e bagnoschiuma.
Mi aspetto che da un momento
all’altro tiri fuori anche le forbicine per tagliarsi le unghie, nel frattempo
un ruscello di schiuma bianca comincia a straripare dalla doccia invadendo la
sabbia circostante.
C’è una terza doccia che ora
è vuota e mi avvicino ad essa con aria vittoriosa, giro la maniglia ed essendo
sudato ed accaldato come una capra ho la sensazione di essere investito da una
cascata di azoto liquido, a circa 275 gradi sottozero.
Mi ritraggo agilmente come
una tartaruga nel suo guscio e metto fuori soltanto il piede con la ciabatta, “per abituarmi piano piano”, poi la
gamba, fino ad arrivare ai punti cruciali, la pancia e la schiena.
Mentre mi esibisco in questi
contorsionismi la coda dell’occhio vede dietro di me due signorine perizomate,
che stanno aspettando a braccia conserte e fra una risatina e una battuta si
avvicinano sempre più.
In un secondo mi gonfio come
un piccione ripieno e mi getto tra i flutti gelidi, simulando scioltezza e
tranquillità, anche se per poco non mi si tronca il respiro.
Togliere tutti i granelli di
sabbia da dentro il costume si rivela più problematico ed imbarazzane del
solito, considerando gli sguardi femminei a cui sono sottoposto.
Tutto bagnato mi accingo al
ritorno all’asciugamanone camminando lentamente, tipo bradipo addormentato, per
non insabbiarmi i piedi.
Facendo finta di niente
faccio il solito percorso a zig zag, allungando di dieci volte la distanza da
percorrere, per dare uno sguardo furtivo alle nuove bellezza che nel frattempo
si sono accomodate in spiaggia.
Sono disteso da una decina
di minuti, stranamente rilassato e sto per cadere fra le braccia di Morfeo
quando sento una voce dietro di me, tipo megafono da stadio, che mi fa
sobbalzare : COCCO ! COCCO BELLO !! COCCO BELLO !!!
Si avvicina il simpatico omino che vende i pezzi di
cocco ed ogni tanto lo noto fermarsi ad “innaffiarli”, nel cesto di vimini in cui li custodisce, con un piccolo
spruzzino di acqua (spero).
Passeranno altri suoi
colleghi, con “di tutto e di più” : dai braccialetti alle collanine, dagli immancabili occhiali da
sole ai pareo e teli da mare, dalle custodie per cellulari ai cappellini con
ventilatore, dalle prolunghe per fare i selfie
agli aquiloni a forma di Batman.
Intanto le lancette
dell’orologio segnano le 14.00 e comincio a dare una seria motivazione alla
discreta fame che mi sta venendo.
Farò uno spuntino veloce per
poi integrare a casa.
La mia merendina, con un po’
di frutta lavata, acqua e succo di carota sono niente di fronte a fior di
pranzi organizzati da veri professionisti “de
lo magnà”.
Intorno a me è tutto un
fiorire di contenitori per insalate, mini posate e bustine di condimenti, per
non parlare dei panini imbottiti, tramezzini e pizze farcite.
Acqua fresca, Coca-cola,
birre e pure vino escono fuori in un baleno da gigantesche borse termiche e c’è
chi non manca di apparecchiare con
tovaglia e bicchieri di plastica.
Dopo pranzo c’è “l’abbiocco totale”, la spiaggia diventa
magicamente silenziosa, ogni rumore sembra lontano ed ovattato, gli occhi si
chiudono ed il relax si impossessa dei bagnanti, anche le piccole pesti urlanti sembrano placarsi temporaneamente.
E’ proprio questa per me
l’ora di andare, proprio quando mi stravaccherei
volentieri senza fare niente fino al tramonto..
Mi vesto, infilo le
ciabatte, sgrullo l’asciugamanone inondando di sabbia il vicino, che
fortunatamente dorme e mi avvio verso il parcheggio.
Si sente quello strano odore
di asfalto caldo, infuocato dal sole, che sembra squagliarsi sotto i piedi ed
il gradevole venticello della spiaggia cessa di colpo, lasciandomi senza fiato.
Sembra di essere in una via
di mezzo tra una sauna ed una palude stagnante e con questa bella sensazione mi
avvicino alla macchina.
Non è più una automobile.. è
diventata una trappola mortale, un insieme di lamiere arroventate e quando apro
la portiera mi investe una folata di aria talmente calda che sembra arrivare
direttamente dal deserto del Sahara.
Apro tutti gli sportelli e
il bagagliaio e rimango ad aspettare un po’ sotto la misera ombra di un
alberello, tanto per far circolare aria nella mia Peugeot.
In questo momento anche gli
occhiali scuri mi fanno caldo e li appoggio sul tettino dell’auto.
Ora me la sogno la doccia
fredda della spiaggia, qui anche le lucertole si riparano vicino a me, per
approfittare dell’unica ombra nei paraggi.
Decido che è arrivata l’ora
di andare così chiudo le portiere, mi infilo dentro e in un battibaleno sono già sulla via del
ritorno.
I finestrini sono tutti giù,
per fare un po’ di corrente, l’aria condizionata l’accenderò una volta entrato
in superstrada.
Il sole contro non mi fa
vedere proprio niente.. è troppo fastidioso.
Dove sono i miei occhiali
scuri ??
Nuooooo!!! Gli occhiali! Ahahahah comunque ti capisco perfettamente, pure a me sono successe giornate tipo la tua. Soprattutto con i bambini rompi palle....
RispondiEliminaSono sollevato, "mal comune mezzo gaudio". :-) Pensavo succedessero soltanto a me, hi hi..
Elimina...ma la spiaggia children free non esiste?
RispondiEliminaHa ha !! Idea da non sottovalutare.. :-)
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