«Vado in palestra»
Con queste gloriose parole, facendo finta di non avere 47 anni,
saluto mio padre e mi accingo a raggiungere l’officina che forgerà il mio
anziano corpo, per renderlo minimamente presentabile alla prova costume.
La palestra in questione è una portaerei: ingresso con welcome-desk
e signorine pronte a salutare ogni tuo arrivo e dipartita, tornelli che si
aprono e chiudono, purchè tu sia dotato del magico braccialetto magnetico, sale
e controsale per tutti i tipi di attività fisica.
Mi gira la testa, ho perso l’orientamento.
Una porta rossa con la figura di un omone muscoloso in mutande mi
suggerisce la presenza degli spogliatoi e così entro spavaldo ed aitante come
pochi.
Era il bagno.
Ritento e stavolta mi accomodo per cambiarmi.
Gli spogliatoi di codesta palestruccia sono davvero enormi, al centro
un gigantesco divano rosso similpelle e tutto intorno gli armadietti con
lucchetto dove riporre gli indumenti ed effetti personali.
Il lucchetto c’era da
portarlo da casa.
Lascerò tutto senza chiudere, a fiducia.
Sono le 16,00 circa e nello spogliatoio ci sono soltanto altri 4-5
ragazzi, che però mi guardano male, chissà perché.
Comincio a spogliarmi, piego in modo maniacale e compulsivo le mie
cose, pantaloni, camicia, canottiera bianca, quella con le spalline strette che
portano gli anziani e mutandoni, sempre bianchi, con apertura laterale (tanto
non si vedono).
Prima di cambiarmi i calzetti estraggo dal borsone e metto in
terra il mitico tappetino ripiegabile poggia piedi.
Non sia mai che io appoggi i miei arti inferiori nudi a terra, a
contatto con chissà quali microbi e malefici patogeni.
In equilibrio precario e con strane contorsioni infilo i calzetti,
colorati da crossfit acquistati a 14,00 euro da Seven Athletichs.
Ignoro il termine “crossfit” ma vedo che va tanto di moda e fa tanto
scena.
I ragazzi si sono messi seduti e continuano a guardarmi male,
scuotendo la testa e bisbigliando tra loro.
Io intanto continuo la vestizione.
Mutande nere da combattimento
super sgambate, maglietta senza maniche nera della Reebok, che farà vedere bene
i bicipiti gonfi e pantaloni corti verde scuro ad altezza coscia, per mettere
in evidenza i quadricipiti ed i femorali.
Sono pronto, l’estetica c’è, in palestra ti devi vestire bene, altrimenti non sei
nessuno.
Entro in sala pesi e mi dirigo furtivamente verso la cyclette,
giusto per scaldarmi un po’ , non
indossando gli occhiali non vedo una fava
e premo in continuazione pulsanti su pulsanti senza far partire alcun programma
di allenamento.
Dopo qualche minuto riesco nell’intento ed inizio a pedalare.
Nel frattempo mi guardo intorno, devo prendere le misure di questo
nuovo luogo nel quale sarò presente per
tante ore a settimana, proporzionate al mio decadente stato di forma fisica.
Dovrò imparare a muovermi con disinvoltura, riconoscere al volo
tutti gli attrezzi e la loro posizione e cominciare a dare anche un’occhiata ai
frequentatori di questa moderna sala delle torture.
Le tipiche presenza da palestra sembrano esserci tutte:
1) Il TORO super muscoloso, che entra a braccia larghe a causa
delle enormi dimensioni dei suoi dorsali, testa alta e sorrisetto sprezzante da
“io sono il re, voi non esistete” .
Rigorosamente in infradito, si piazza in mezzo alla palestra per
appoggiare i suoi due telefonini e si avvia alla cyclette con la rivista
patinata in mano.
Quando apre bocca il tono di voce è alto, squillante, ma raggiunge
volumi clamorosi quando risponde al cellulare (che squilla quelle 2-3 volte ad
allenamento) discutendo di qualsiasi
cosa a squarciagola.
Il toro super muscoloso è molto selettivo, si degna di rispondere,
se interpellato, solo con un cenno del viso o una paroletta sbiascicata, niente
di più.
Parla soltanto con le persone
che contano: l’istruttore più grosso di lui, il titolare della palestra e
qualsiasi organismo di sesso femminile, possibilmente in abiti aderenti, intimo
a vista e forme ben strizzate.
Com’è il fisico di codesto individuo? Le ore trascorse in sala
pesi hanno modellato la sua muscolatura striata? (per quella liscia girano
contrastanti voci di spogliatoio)
Diciamo la verità, il toro fisicamente ha il suo perché: spalle
robuste, bei bicipiti, dorsali potenti, soltanto gli addominali risultano un pò
appannati (qualche aperitivo e birretta di troppo si fanno sentire).
Lati positivi: è una piacevole macchietta, che rallegra il
pomeriggio.
Lati negativi: fa troppo il sostenuto. Io sono grosso, voi siete piccoli.
2) La BELLONA tutte curve, sempre seria ed accigliata, il suo personaggio non le permette di sorridere
o mostrarsi umana è sempre in recita.
Quando entra in sala inizia la sfilata, si sofferma un attimo,
tira su maliziosamente il top, si china in giusta
direzione per sistemarsi le stringhe delle scarpe e parte spedita verso gli
attrezzi.
Lei non segue circuiti e non allena fasce muscolari diverse a
seconda della frequenza, lei esegue esclusivamente gli esercizi che fanno ingrifare come lupi mannari noi poveri
maschietti.
Il suo fisico è praticamente perfetto, la presenza in sala non
serve per un serio allenamento ma per visitare
i suoi sudditi, essere acclamata ed
adorata.
La Bellona dispone della seguente carrozzeria: cosce toniche,
muscolose, coperte da pantacollant sportivi metà neri e metà trasparenti,
glutei di marmo valorizzati dall’onnipresente perizoma, addome ultra piatto
scoperto, con tanto di piercing sull’ombelico ed un seno clamoroso,
praticamente ad altezza mento, stretto quanto basta da un top nero e rosso.
I suoi occhi ti ipnotizzano, i capelli corvini sembrano avvolgerti
e le labbra sono rosse, grandi e carnose.
Si specchia in continuazione, si tocca i capelli ed estrae spesso
il cellulare, da non si sa dove, per rispondere ai continui messaggini che la tempestano, piacevolmente.
Gli esercizi che esegue la bellona sono i seguenti:
- squat verticale
- leg curling
- affondi con manubri e bilancere
- master gluteus
- adductor machine interno
- pectoral machine
In genere, durante lo squat, lento quanto basta, gli ominidi
dietro di lei cominciano a sudare, sventolarsi con la scheda e qualcuno accusa
anche leggeri malori.
Il leg curling ha effetti simili ma è il pectoral machine a
nutrire più vittime. Il seno, mal contenuto dal microtop sembra esplodere ad
ogni serie. Uomini di mezza età potrebbero essere colti da arresto cardiaco.
L’adductor machine, un esercizio per l’interno coscia, abbatte gli
ultimi esemplari maschi ancora in vita. Un aprire e chiudere le gambe che fa
costruire a menti deboli chissà quale
paradisiaca immagine, macchinario che viene sfruttato dalla bellona
sapientemente, con lente provocanti movenze.
Lati positivi: vedere una splendida ragazza, fiera della sua
bellezza.
Lati negativi: fa troppo la principessa. Ce l’ho solo io.
3) Il MANAGER rampante, che arriva in palestra appena uscito dal
lavoro, in giacca e cravatta, clamorosamente estroverso e socievole.
In sala pesi si presenta con la canottiera nera e i pantaloncini
corti bianchi, braccia e corpo tatuati come pochi ed attacca bottone con
tutti, discutendo di qualsiasi cosa.
Un bel fisico, aiutato dalla giovane età, ma sapientemente e costantemente
forgiato.
Lati positivi: simpatico, allegro, sempre sorridente.
Lati negativi: un po’ troppo caciarone.
4) Il PEZZO GROSSO di mezza età con il personal trainer.
Entrambi rasati a zero, il primo con magliettina nera che mette
troppo in risalto una bella pancetta, il secondo in perenne tuta e felpa con
cappuccio.
Parlano tra di loro, non salutano nessuno, l’allenatore personale
porge i manubri, i bilanceri e motiva il pezzo grosso a recuperare una forma
perduta forse da troppo tempo.
Lanciano entrambi occhiate furtive alla bellona e ad altre femmine
meritevoli di attenzioni, tutto il
resto non desta il loro interesse.
Lati positivi: -
Lati negativi: serpentiformi
5) Gli ADOLESCENTI, giovani ragazzi e ragazze che ancora
frequentano la scuola dell’obbligo o appena immersi nel magico mondo
universitario.
Girano in sala con le loro schede spalancate, in perenne ricerca
di qualche macchinario, E’ la prima volta che si avvicinano al “mondo della
palestra” e spesso svolgono gli esercizi
in completa disarmonia, sfidando ogni legge della bio-meccanica.
I ragazzi approfittano per dare qualche occhiata predatoria, le
ragazze muovono i primi passi nella nobile arte della seduzione.
Lati positivi: tutti
Lati negativi: nessuno
6) Le PERSONE che hanno superato da un bel pezzo gli “anta”: sprintosi,
energetici, con i loro completi da palestra sempre impeccabili, asciugamano
intorno al collo ed una buona parola per tutti.
Nascondono una tenacia ed una forza fisica invidiabile per la loro
età.
Vi adoro e basta.
7) QUELLI che si fanno i cavoli loro: silenziosi, educati,
aspettano in fila rigorosa per l’utilizzo dei macchinari, t-shirt e
pantaloncini corti e vai di allenamento.
Quando si spogliano per farsi la doccia tirano fuori un fisico
clamoroso.
Lati positivi: tutti
Lati negativi: nessuno
8) Gli ISTRUTTORI: ultimi ma non ultimi ci sono loro, gli dei in
terra, spartani che vantano vittorie ai campionati ultraterreni di culturismo,
esseri superiori, che ti guardano dall’alto verso il basso.
Sono dei manzi, degli armadi viventi i cui bicipiti hanno le
dimensioni della tua coscia, il loro six pack può essere usato come grattugia
formaggio ed i quadricipiti sono di una dimensione che tu consideri inumana.
Tutta invidia, ovvio.
L’Istruttore di palestra però presenta dei piccoli problemi.
La clamorosa esplosione fisica gli ha fatto perdere naturalezza, i
suoi movimenti non sono proprio sciolti, velocità e scatto non fanno più parte
del suo essere.
Lati positivi: Leonida
Lati negativi: mangia gallette in continuazione
Io intanto, dopo quindici minuti di cyclette, sono già sudato e
puzzolente come una capra.
Nello scendere dalla bici approfitto di un gioco di specchi per
guardare il sedere della ragazza che sta correndo sul tapis roulant al mio
fianco ma vengo clamorosamente sgamato
da una sua occhiataccia.
Rosso come un peperone mi sposto dalla parte opposta della sala,
scelgo un macchinario a caso, spinte in basso alla carrucola per i tricipiti e
comincio l’esercizio.
«E’ troppo pesante per, te, scarica i pesi» interviene Leonida a
squarciagola.
Mezza palestra si gira, mi guarda e fa le debite considerazioni.
A testa bassa, facendo finta di rispondere al telefonino,
intristito e scoraggiato come non mai, mi avvio direttamente agli spogliatoi.
Per oggi le figure demmerda
possono bastare.
Mi spoglio mettendo prima a terra il solito tappetino, tiro fuori
le ciabatte di plastica, il borotalco, il bagnoschiuma, il phon, la crema
corpo, la crema viso, il deodorante, biancheria pulita, asciugamanino per il
viso ed uno per i piedi e parti intime.
Ho apparecchiato.
Prendo infine l’accappatoio in microfibra, che occupa poco spazio
nel borsone ed asciuga tantissimo. Ricordatelo.
Mi avvio alle docce.
Appendo l’accappatoio ed apro l’acqua, aspettando che venga calduccia.
Malauguratamente mi guardo intorno, ci sono altri ragazzi che si
stanno lavando.
Lo sguardo scende istintivamente verso il polo sud.
Un misto di stupore ed incredulità.
Non può essere.
Da un veloce e triste confronto penso che il mio corpo si sia
infreddolito. E’ meglio concludere le
abluzioni e rivestirsi.
Sono le 18,30, gli spogliatoi sono pieni, gli amici e i colleghi
si ritrovano, pacche sulle spalle, chi si cambia, chi si spalma la crema, chi
si asciuga i capelli.
E parte la più clamorosa libertà
confabulatoria che ci possa essere.
Sappiate ragazze, mogli, fidanzate che all’interno di uno
spogliatoio maschile accadono cose che
voi umani non immaginate neppure, l’abbrutimento del maschio, la completa
disinibizione, una evoluzione retrograda ai più bassi istinti animaleschi e
primitivi.
Avvocati, assessori, manager, normali personcine distinte ed
educate che si trasformano, approfittando della zona franca, per raccontare ad alta voce qualsiasi cosa.
Serate con le loro fidanzate, descrizioni minuziose sul dopo cena,
sull’intimità, posizioni, durata e sigaretta post amorosa.
C’è chi si vanta della beltà del suo amore, «una pista tutta curve», del modo di vestire, della biancheria
supersexy indossata.
Ed infine arriva l’uomo di Neanderthal, che parte con il racconto
dell’escort, con tanto di nome (d’arte), libricino dove è stata contattata e
commenti sulle sue capacità amorose.
Sarebbe interessante registrare una di queste conversazioni per
poi farla ascoltare casualmente ad una povera moglie, il cui cuore trabocca di
amore (vero) per questi elementi.
Nel frattempo termino l’asciugatura, strigliatura, sistemazione
temporanea panni, oggetti da bagno e vestizione.
Quando sarò arrivato a casa dovrò mettere a lavare gli
asciugamanini, la biancheria intima, sciacquare le ciabatte e metterle ad
asciugare vicino al termosifone, pulire il tappetino richiudibile, controllare
il livello di puzza di sudore dei
vestiti da sala ed accappatoio e pulire il fondo del borsone, prima di
appoggiarlo sulla sedia del bagno.
Monk non è nessuno in mio confronto lo so, abbiate pazienza.
Alla prossima.