Sto passeggiando felicemente
nel centro storico della mia città, approfittando della temperatura mite e del
sole splendente, quando da lontano intravedo un mucchio di persone accalcate in una viuzza solitamente deserta.
Sono così tante da farmi escludere subito che siano accorse in
aiuto di qualcuno, tipo una caduta, un investimento, un poveruomo che si è
sentito male..
Considerata poi la calca e
il nervosismo generale, che già si percepiscono da lontano, penso ad un
imminente lancio di banconote da 500 euro o ad una sfilata di modelle in
costume.
Mi avvicino agile e
scattante come un tricheco e già mi sovviene una ideuzza, questi signori sono
qui per un motivo importantissimo, realmente imperdibile, soprattutto per le
nostre italiche abitudini di vita.
La strada è davvero stretta,
praticamente un vicoletto del centro storico dove passano anche le automobili e
quindi tutto il branco in attesa si
deve aprire, spostare, allungare e poi ricomporsi ogni qualvolta passi una
bella macchinina.. ma ne vale davvero la pena.
Le persone sono strette,
spinte qua e là, ognuno tenta di conquistare la posizione e gli sguardi si
fanno sempre più seri e preoccupati.
Mancano pochi secondi alle
16.30.. c’è elettricità nell’aria, uno scalpitio di piedi degno di un branco di
bufali pronti al galoppo, i più deboli soccomberanno, i più forti arriveranno
alla meta..
Un ragazzo alza la
fotocamera su queste teste in fervida attesa e scatta la sua foto ricordo
proprio nel momento dell’apertura, due porte in vetro si spalancano ed il gregge
entra veloce come il vento: SE MAGNA
GRATIS !!!!!
Proprio così, sto parlando
dell’inaugurazione di un nuovo locale, “Il forno di Matteo”, ma poteva
trattarsi di un pub, di un’edicola, di una camiceria o di un negozio di
giocattoli, l’importante è che ci sia il buffet DO SE MAGNA GRATIS !!
Guardo il titolare
sorridente stringere mani e ricevere pacche sulle spalle, come se fosse il più
caro amico di ogni persona che si presenta a lui con il piatto vuoto, un
bicchiere da riempire, una pizzetta da addentare..
Spero proprio che stia al gioco e si renda perfettamente
conto che il 99% di queste educate personcine non entrerà più nel suo locale e
non lo guarderà nemmeno in faccia scontrandosi con lui per la strada.
Io intanto mi avvicino alla
vetrata, senza entrare, anche perché sarebbe impossibile farlo senza essere
trascinati chissà dove da questo fiume in
piena.
Ci sono ragazzi che
arraffano in ogni direzione, vecchietti ringalluzziti che trincano dal boccione
del vino rosso, colletti bianchi che perdono ogni inibizione e si rimpinzano di
bignè e coca-cola.
Il tutto senza nemmeno
guardare in viso chi li sta servendo, senza un grazie e soprattutto senza
vergogna di ripassare settantacinque volte al cabaret delle pizze farcite.
L’importante è prendere il più
possibile, soprattutto fregandosene altamente se altri rimangono senza nemmeno
aver provato uno stuzzichino.
« Visto che ci sono io ci
faccio cena » sento ripetere in
continuazione.
« Mi può riempire il piatto?
» sento chiedere ad una sgomenta signorina
dello staff, da parte di un signorotto incravattato, che prende il maltolto e
se ne esce immediatamente, per poi salire nell’auto parcheggiata più avanti.
Il bello è che quando
finiscono le prime tornate di cibo e
ormai sopra i tremanti tavolini rimangono soltanto le briciole, i famelici
clienti cominciano a guardare male il titolare, si aggirano nervosamente
all’interno del locale per poi uscire, in attesa di altre pietanze calde..
Nessun complimento, nessun
“in bocca al lupo”, l’importante è magnare
gratis fino a stronfiasse.
« Stanno per uscire ancora
le pizze » annuncia il povero Matteo rifiutandosi di credere nella regressione dell’ Homo sapiens.
L’orda barbarica entra di
nuovo in negozio, sgomitando e scalciando per raggiungere la meta, senza disdegnare
spinte e sgambetti.
In 58 secondi netti vengono
fatte fuori tutte le pizze appena uscite e vedi camicie sporche di sugo,
schizzi di birra in ogni dove, molliche, bicchieri di carta e tovaglioli che
volano da tutte le parti e soprattutto persone che escono soddisfatte,
serafiche e sorridenti come non mai, liete di poter narrare in futuro ai loro
nipotini “io c’ero”..
Sono le 19,30, dopo ben tre
ore di magnata le fameliche bocche sembrano
essersi saziate, i riflessi sono più lenti, gli occhi si fanno lucidi e molti
si disperdono per le vie limitrofe.
Il Sole cala all’orizzonte e
la giornata volge al desio quando un ultimo combattente,
dal passo incerto per il vinello trincato e con la panza piena di qualsiasi cosa, si avvicina furtivamente a Matteo sussurrando
:
« Ho magnato proprio bene.. ma che se vende su sto negozio? »